Su iniziativa di alcuni artigiani si formava, nel 1999,
un consorzio per la costruzione di circa 20 attività,
con alcuni alloggi per i custodi, con il metodo del
“diritto di superficie” su terreno comunale; l’area
ospita oggi anche gli spazi per il locale corpo dei
vigili del fuoco.
I capannoni sono in posizione assai defilata ed immersa
nel bosco, hanno una volumetria di circa 40.000 mc ed
una superficie utile di 12.000 mq.
I volumi rossi emergenti dal tetto (che contengono i vani scala) sono un segno che riproduce elementi tipici dell’edilizia spontanea di San Vito. Infatti l’emigrazione di fine ‘800 lascia una traccia anche nell’architettura, causata dallo schema divisionale delle proprietà lungo la linea di colmo: in caso di sopraelevazione, le porzioni di casa abbandonate non si sviluppano, mentre emergono dal tetto originale dei corpi
monofalda che incidono fortemente l’edificato tradizionale.
V. documento n. 26